“Il pericolo corso nel pantano ci aveva conferito delle virtù nuove“.

“Quale è la strada per Kiakhta ?“ – domandò Borghese.  “ Vi sono due strade per Kiakhta, una passa per la montagna e l’altra per la pianura.  Quella della pianura è la migliore “ assicurò il passante dalla barba russa interpellato.

“Da che parte è la migliore?“-  “È questa qui dove siamo!“ –  “Allora mostraci dove è la peggiore“.

“Meglio che affondare “ ci ripetevamo a guisa di consolazione.  Ogni medaglia ha il suo rovescio. Quella collina, che ci aveva offerto uno spettacolo così pittoresco, ci presentò un rovescio disastroso.  Il sentiero scendeva precipitosamente in linea retta dalla sommità alla base; era ingombro di pietre, di ciottoli, di sassi, e s’inclinava tutto a sinistra bordeggiando un burrone.
… la pendenza era così forte, che l’automobile… si precipitò per la discesa, insensibile al freno a pedale.   … già la velocità era divenuta troppo grande per poterla dominare. La macchina aveva preso la mano.      … egli virò bruscamente a destra e condusse l’automobile su delle grosse pietre. Essa fece un gran salto, ma rallentò. Pochi momenti dopo era domata“.  
Da Pechino a Parigi – 96 illustrazioni fotografiche –reimpressione de La metà del mondo vista da un’automobile.- Barzini L. Jr.

Tsetserleg significa giardino fiorito, mai nome fu più malposto. Guarnigione dell’armata russa e rossa ai tempi della guerra fredda e ancor prima, vigilava sul passo tra le montagne dell’Arkhangai. Oggi Tsetserleg ha tetti di lamiera colorata, strade dritte e la migliore pasticceria della Mongolia presso la locanda chiamata Fairfield.  Molti anni fa era famosa per i maiali che circolavano easy per le vie, per gli ubriachi del sabato sera e per il suo passo montano massacratore di Zil e Kamaz.

I difetti degli antichi camion russi erano molteplici. Quelli tecnici e quelli alcolici; i primi riguardavano i mezzi vecchi e malandati, i secondi gli autisti vecchi o giovani e malandati pure loro.

La strage iniziava già dalla salita, non importa da quale versante.  Notoriamente i Mongoli caricano cammelli, carrette e camion 10 volte più della loro possibilità massima di carico.  Quindi in salita bollivano i motori e si friggevano frizioni e cambi.   

Non era raro vedere camion smontati lungo la strada e autisti, rilassati più di un surfista, colmi di vodka.   Ma i campioni erano i discesisti:  rimorchi stracarichi e privi di freni propri, spingevano letteralmente giù per il dirupo il camion tanto che gli autisti non ubriachi scendevano con lo sportello aperto, pronti a saltar giù.

Tra 10.000 anni gli archeologi avranno a loro disposizione un cimitero dell’Era degli Inquinanti pieno zeppo di reperti.  Per tutti quelli, a quei tempi, non ubriachi o con il mezzo di proprietà, era sorto spontaneo come un fungo, un villaggio di guanz sparpagliate (autogrill mongolo) dove attendere che fango e ghiaccio si stancassero e si esaurissero.

Lì ho mangiato i migliori buuz del nord Mongolia.  Oggi la strada è stata allargata, i tir cinesi frenano bene, agli autisti fanno la prova del palloncino e …. non ci sono più i buuz di una volta oltre al passo di Tsetserleg.


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