“Alle sei della sera, giunti all’alto d’una collina, la cerchia dell’orizzonte montuoso si aprì avanti a noi, e il nostro sguardo spaziò sull’ampia valle dell’Uda. Nelle profondità azzurre e velate della lontananza indovinavamo il corso dell’ Uda, che viene dall’est per unirsi alla Selenga e morire insieme nel vicino Baykal”.
“Verkhne-Udinsk non era soltanto una tappa: era la fine d’una grande fase del viaggio. Era un point tournant. Da Pechino non avevamo fatto che salire al nord-ovest, e l’Europa è a ponente. Tutta la strada percorsa non ci aveva avvicinati che ben poco alla meta. A Verkhne-Udinsk avremmo finalmente, ad un tratto, voltato la faccia all’occidente.


Cominciava da lì la corsa diretta verso quei tramonti che ci mostravano la via del ritorno in un’apoteosi di luce “ .
Luigi Barzini: Da Pechino a Parigi – 96 illustrazioni fotografiche –reimpressione de La metà del mondo vista da un’automobile.
Usciti dal confine mongolo, ci troviamo ad un bivio geografico, storico e di mio interesse personale. Infatti Barzini senior e compagni, da questo momento volteranno il radiatore dell’Itala costantemente verso ovest, correndo verso quella parte di Russia compresa nel Distretto Siberiano, che va saldarsi alla Russia del Distretto degli Urali dopo il quale i Distretti si frantumano in cento frammenti e le steppe sfumano nella puszta ungherese.

Ho deciso di seguirli fino a Irkutsh, per poi lasciarli andare verso Parigi e magari riprenderli tra qualche tempo. Geograficamente sono maggiormente legato alla Russia che si apre a est dal Distretto Siberiano orientale di Irkutsk, comprende il Baykal e va a legarsi al Distretto Estremo Orientale che conta la regione di Buriazia, l’Amur e la Jacuzia per giungere a Khabarovsk e terminare a Vladivostok e a Sakhalin sul Pacifico. Scriverò, in futuro, di queste terre e pure della Korea del Nord. Chissà.
Storicamente mi piacerebbe seguire il corso del tempo essendo partito dal 1907 con Barzini senior, passare per gli anni delle Legazioni Straniere in Cina ai tempi della rivolta dei Boxer e dell’assalto alla Città Proibita a Beijing nel 1900.

Della presenza dei Bersaglieri nello Xinijiang cinese, altra regione che ho nel cuore.

Xinijiang significa per me: Taklamakan, o meglio Taklimakan, il suo vero nome, per anni storpiato dai cartografi. Significa Aurel Steiner e i suoi “Diavoli stranieri lungo la Via della Seta“ che si collegano a Marco Polo ….
Forse tornare a collegarmi al viaggio e al libro “ Evasione in Mongolia “ di Barzini junior del 1939.
Scrivere dell’attraversamento della Mongolia da parte di Tuci nel 1921 e il suo incontro col Barone Von Ungern.
Queste sono le intenzioni, vediamo dove andiamo a finire !
