“ Dei missionari venivano a visitarci vestiti da cinesi ma coperti da un cappello europeo: ci narravano con grande evidenza gli orrori della rivolta boxer a Kalgan, la quale avrebbe fatto certamente una vittima e un martire di ogni missionario, se ogni missionario non fosse fuggito prima per la via della Mongolia.  Uno di loro dava preziosi ragguagli sulla Mongolia che conosceva benissimo; da tanti anni vi andava a distribuire delle Bibbie ed a comperarvi dei cavalli, facendo eccellenti affari ippo-spirituali “.     
(Da Pechino a Parigi – 96 illustrazioni fotografiche -reimpressione de La metà del mondo vista da un’automobile.  – Luigi Barzini).

A proposito di business spirituale… Ricci. Matteo Ricci il Gesuita. Se fosse stato un Francescano o un Cappuccino o altro ancora probabilmente non avrebbe resistito.  Non avrebbe resistito per quarant’anni alla subdola pressione dei Mandarini della Città Proibita. Intendiamoci, quest’ultimi avevano tutte le ragioni per considerare il nasuto e barbuto Cristiano come un rompicoglioni assoluto! 

Avrei voluto vedere a parti invertite come si sarebbero comportati i purpurei cardinali vaticani se un filosofo Tao fosse sbarcato bello bello in Piazza San Pietro. Solo i Gesuiti, a mio parere, posseggono quella intensità intellettuale che li indirizza verso la grandezza o la lapidazione.   
Ricci arriva in Cina con la forza di un ciclone e muore scontento di sé, come solo i Grandi sanno fare. Un altro esempio?  Pronti: il Mahatma Gandhi.  

Credi differenti e determinazioni  molto simili.  Ricci è un erudito. Termine oggi divenuto desueto, quasi impraticabile.  Erudito è chi sa il fatto suo molto bene ed è in grado di argomentarlo passando con semplicità maieutica dal particolare al generale e viceversa.  Su quasi tutto. Risulta così chiaro che persone di tale caratura siano e debbano essere considerate dei rompiballe di prima categoria. 

Le mappe. L’asso nella manica, manica larga perché vestiva alla mandarina, di Ricci erano le mappe. Cartografia geografica ed astronomica. Carte e mappe che dimostravano una cosa semplice e terribile. Cina, il cui nome deriva da Qin, cioè mezzo o meglio la terra di mezzo. Cina, che sta al centro del tutto, quella terra in cui vive il Celeste Imperatore al centro del centro del tutto. Ebbene, Matteo Ricci andava a dire a questo sistema ben oliato che non aveva residenza in centro, bensì in periferia.

Provate a dir la stessa cosa ad una madama turineisa con affaccio appartamento su Piazza Maria Teresa … provate e fatemi sapere! 
Matteo Ricci non riuscirà mai ad incontrare personalmente l’Imperatore, schermato e placcato dal pacchetto di mischia dei Mandarini. 


Si sa, invece, che l’Imperatore si fece fare un ritratto di Ricci a grandezza naturale, apprezzandone probabilmente la grandezza umana.  

Per contrappasso circa un secolo dopo un altro “Marine della Fede”, il gesuita Giuseppe Castiglione, diverrà pittore di corte e riuscirà a ritrarre l’Imperatore.   
I Gesuiti sono tipi più tosti dei Mandarini e ciò la dice lunga.

Infine non un gesuita, ma un poeta, chiuderà  il cerchio alcuni secoli dopo.  Nel 1981 Franco Battiato cantava :
” … Gesuiti euclidei
Vestiti come dei bonzi per entrare a corte degli imperatori
Della dinastia dei Ming”
.


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