“L’ultimo Gran Lama ha tuttavia  superato felicemente l’età critica, e il miracolo subisce un ritardo che alcuni vogliono spiegare con una certa vigilante protezione esercitata dal console russo, un abile diplomatico di razza buriata, molto affine alla mongola. Il console è amico intimo del Buddha vivente, ed ha il passo libero nei sacri recinti. Il governatore (cinese) è ben lontano dal possedere sul Gran Lama l’antico potere e la antica autorità.  Si dice, anzi, che sia cordialmente detestato.

Ma se la divinità vivente è ancora … vivente, appare completamente ridotta in uno stato che rasenta l’idiotismo dai vizi precoci e dall’abuso dei liquori.   
Si direbbe che abbiano voluto strangolare almeno la sua intelligenza”.   


Luigi Barzini: Da Pechino a Parigi – 96 illustrazioni fotografiche –reimpressione de La metà del mondo vista da un’automobile.

Da questo particolare storico, nascosto e sminuito della sua importanza avrà origine il flusso di eventi che nell’arco di soli 15 anni porteranno alla cacciata dei cinesi da Urga da parte del magnifico Barone Von Ungern.

Barone che darà forma alla sua idea politico utopistica di PanAsia che lo porterà allo scontro sulle rive del lago Tolbo contro l’armata rossa soviet e preparerà l’avvento dell’eroe nazionale moderno della Mongolia: Sukhbaatar.

Una storia molto lontana da quella che si svolgeva in Occidente in quegli anni, ma che ha visto anche un testimone italiano: il capitano dei bersaglieri Tuci.

Chi avrà la curiosità di seguire questo blog surrealista, sappia la mia intenzione di pubblicare alcune pagine del diario di Tuci in merito a questi eventi.  Diario venuto in mio possesso grazie alla gentile disponibilità  dei parenti.


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