“ …. perfino alcuni bonzi di un tempio vicino, arrampicato in modo pittoresco sulle falde della Shi-Shan, vennero a vedere l’automobile. Quel tempio ha un gong che suona un tocco ogni minuto durante tutta la notte. Alla fine noi rimanemmo soli con quel suono, grave, dolce, d’una solennità indicibile, suggestivo. Aveva l’insistenza di un avvertimento. La nostra fantasia ci portava lontano, e quel ritocco ci richiamava severamente, come una voce che si levasse per noi, una voce che riempiva di sé lo spazio, che si spandeva con la regolarità di un gran respiro, che a poco a poco si trasformava ai nostri sensi, diveniva più vasta, più profonda, più strana, vibrante come un coro lontano, unione di mille suoni e mille lamenti. Ci parve di ascoltare in essa la voce favolosa della notte cinese“.
(Da Pechino a Parigi – 96 illustrazioni fotografiche -reimpressione de La metà del mondo vista da un’automobile. – Luigi Barzini )
Il suono del gong è Oriente. Come Oriente è il suono delle loro campane che vengono colpite dall’esterno.


Noi a Occidente le nostre campane le agitiamo e le colpiamo dall’interno. I suoni servono più o meno alla stessa bisogna sia in Oriente che in Occidente, il lavoro delle campane è simile ovunque. Diverso è il suono che si disperde nell’aria. Quando mi capita di essere sorpreso dal suono di una campana nostra in Oriente, quasi sempre appartenente a una Chiesa Copta-Ortodossa, mi si innesca nell’animo una sensazione unica.


Si tratta di un impasto di nostos e risveglio da un sogno miscelati alla tromba del silenzio in una caserma. Si, lo so. Ho bisogno di uno psicologo, di uno bravo. Probabilmente scrivo per risparmiare sullo psicologo.
Il suono delle campane d’Oriente viaggia nell’aria leggero, è nomade e porta con sé l’odore del temporale.
Il suono delle campane d’Occidente è denso, corposo, viaggia vicino alla terra. È fermo e ha l’odore dell’erba tagliata.
AUGURI DI BUONA PASQUA
Marco e Rosella